Prima o poi tornano le INTERtweetSTE, interviste a 140 caratteri che mettono sotto un torchio veloce scrittori e personaggi, sperando che la velocità e la sintesi ci rivelino qualcosa di più di quanto ci lasciano intendere nelle pagine dei loro libri.
(Non perderti le biografie di Gabriele Aprea e Lucio Rufolo, ma se vuoi puoi andare direttamente all’INTERtweetSTA).
Di Gabriele Aprea
e della sua vita si sa poco o nulla, e a domanda risponde: Sono biodegradabile.
Ma prima di arrivare all’ultimo stadio del bionichilismo, nel risvolto di copertina di un suo libro del 2008 leggiamo che è nato a Napoli nel 1953. Era febbraio. Faceva freddo. A due anni ha iniziato a parlare, ma solo da nove ha cominciato a scrivere, grazie alla frequenza del laboratorio La linea scritta. È laureato in Lettere e insegna. Dirige il Centro Italiano, una scuola d’italiano per stranieri. Non ama viaggiare, per cui organizza vacanze studio per gli stranieri a Napoli. Nel 2001 e nel 2006 è stato finalista al premio Massimo Troisi. Nel 2003 ha vinto il premio Movimento Comico. Nel 2004 è stato finalista al premio Olio di Satira. Nel 2005 ha vinto il secondo premio al concorso Il racconto nel cassetto. Nel 2006 è stato finalista allo stesso concorso. Per Cento Autori ha pubblicato Fuori servizio (che qui trovate in versione epub gratuita) e le raccolte di racconti Il mio psicanalista si è suicidato, Poteva andare peggio e Ma che state facendo?
Ha scelto di scrivere per ridere del mondo, quando ha scoperto che il mondo rideva di lui. Della sua vita privata sappiamo che si è sposato quattro volte. La prima moglie era una affermata psicanalista. La seconda una valente psicologa. La terza una brava consulente esistenziale. La quarta ed ultima, con cui vive tuttora serenamente, legge le carte ed ha capito tutto di lui. E durante questa sarabanda muliebre ha sfornato Frammenti di un discorso umoristico (Cento Autori), un testo quasi teatrale tra Io e i suoi fratelli.
Senza tema di smentita, posso affermare che Gabriele Aprea è uno dei migliori umoristi in circolazione, e per tutto valga il suo pensiero: Mi hanno assegnato una medaglia alla memoria ma non ricordo perché.
Allora facciamo un nodo al fazzoletto, perché a settembre esce per Cento Autori un’antologia con i migliori racconti e otto inediti. Imperdibile. A patto di ricordarsi perché.
Lucio Rufolo
è nato a Contursi Terme ed è coetaneo di Richard Gere. Vive a Napoli dove lavora come medico specialista in malattie dell’apparato respiratorio. Il suo più grande rammarico è l’essere stato ricercato dalle donne per le sue doti fisiche piuttosto che per le spiccate capacità intellettive. Il suo sport preferito è il tuffo carpiato sul divano del salotto per vedere comodamente la tv. Adora le melanzanze imbottite alla salernitana che non gli vengono mai cucinate con la scusa che è affetto da colite spastica. Autore radiofonico di successo, è noto alle Cronache per aver dato i Natali a personaggi del calibro di Ambrogio Brambilla Von Hotten, critico cisalpino e tuttologo, Pier Ferdinando De Mita, il fratello mai nato del noto politico, e Ludwig Chopin Tchaikovsky, lavavetri polacco con la passione della vodka.
Anche qui, senza tema di smentita, posso affermare che Rufolo è uno dei più bravi performer sulla piazza, qualunque cosa significhi. Assistere a una sua performance, sia che si tratti della presentazione di un suo libro o di un lavoro altrui, è sempre un piccolo grande evento. Con la sua faccia serissima può parlare indifferendemente del peperone ‘mbuttunato e delle sue nefaste influenze sui tempi dell’amore, o di come varia, da nord a sud, la preparazione e la pazienza dei pazienti.
Ha pubblicato I grandi progetti per la trasformazione del mezzogiorno (Leonardo Editore), Per i piccinìn cuore affettat (I figli sò piezz’ ‘e core) – Proverbi e detti napoletani tradotti in padano (Cento Autori), Ho scritto T’avor sulla sabbia – Psicopatologia degli amori nevroticamente infelici (Photocity Edizioni), De Bello Traffico, Vedi Napoli e poi ti muovi (Homo Scrivens).
Ora torna da noi con Antologia di Sp@m River – e-mail d’amore inviate e mai lette (Homo Scrivens), un esilarante saggio sulla corrispondenza amorosa ai giorni nostri.
Allora, se accettate un umile invito dal sottoscritto, domani non mancate alla sua prima nel Salone degli Specchi dell’Università telematica Pegaso di Napoli in piazza Trieste e Trento 48. Sarà una performance da non perdere, e magari ci faremo spiegare cosa diavolo significa.